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SCIACCA

Tutta bianca ed adagiata sul fianco del monte Kronio, a picco sul mare. Sciacca ha un aspetto arabeggiante. E un'importante stazione termale ed il porto, utilizzato soprattutto da pescherecci, è caratterizzato da case colorate. A Sciacca è notevole la produzione di maioliche che si possono ammirare ed acquistare nelle numerose botteghe artigiane.

VISITA

Piazza Scandaliato - E' il centro ideale della città, un'ampia terrazza belvedere da cui si gode di un bel panorama sul mare e sul variopinto porto, gremito di navi. La piazza è delimitata a ovest dalla settecentesca Chiesa di S. Domenico, e sul lato lungo dall'Ex.Collegio dei Gesuiti (bello il chiostro secentesco), oggi sede del Municipio. Poco oltre si apre la piazza del Duomo.

Duomo - Di origini normanne (di cui conserva solo l'esterno delle tre absidi). E' stato ricostruito nel '600. La facciata, barocca, è incompiuta. L'interno, a tre navate, racchiude alcune opere interessanti. La volta a botte della navata centrale è stata affrescata da Tommaso Rossi, artista saccense (1829) e raffigura l'Apocalisse ed alcuni episodi della vita di Maria Maddalena. Nella cappella alla destra del presbiterio si può ammirare una bella icona marmorea rinascimentale di Antonio Gagini (1581) con, nei riquadri, episodi della passione di Cristo.

Palazzo Scaglione - In questa dimora settecentesca oggi trasformata in museo, sono esposti gli oggetti e le opere d'arte raccolti nell'800 da Francesco Scaglione: quadri, soprattutto di artisti siciliani, stampe, monete, reperti archeologici, bronzetti, ceramiche si affollano nelle stanze e testimoniano lo spirito collezionistico enciclopedico così tipico del periodo. Nell'ultima sala si noti un bel crocefisso in avorio e madreperla del '700. Il palazzo conserva bei pavimenti maiolicati e soffitti affrescati.

Sulla destra del Duomo si snoda il proseguimento del centrale corso Vittorio Emanuele fiancheggiato, sulla destra, da Palazzo Arone Tagliavia (XV-XVII sec.) dalla bella facciata coronata da merlatura e scandita da tre portali a sesto acuto (bella la trifora gotica sopra l'entrata principale). Poco oltre si incontra, sulla sinistra, la facciata meridionale dell'ottocentesco Palazzo S. Giacomo (o Tagliavia), in stile Impero con quattro erme a forma di sfinge. Il prospetto principale, in stile neogotico veneziano, si affaccia su piazza Friscia che si allunga nel bel viale della Vittoria. Sulla destra sorge il Convento di S. Francesco, completamente restaurato e adibito a centro congressi e sede di manifestazioni e mostre, il bel chiostro ospita sculture di artisti contemporanei tra cui tre grandi Bagnanti di Bergomi (1989).
Alla fine del viale della Vittoria, in posizione sopraelevata. S. Maria delle Giummare (in via Valverde) è di origini normanne, ma è stata rifatta nel '500. La chiesa vera e propria corrisponde al corpo centrale (ornato da un portale barocco), fiancheggiato da due "torri" squadrate che costituiscono il monastero. L'aspetto severo della facciata, coronata da una merlatura, è ingentilito da due bifore.
Voltando sulla destra, poco più avanti si possono vedere i resti del Castello dei Luna, edificio della fine del XIV sec. rifatto nel '500, ma quasi totalmente distrutto nell'800. Sussistono le mura perimetrali ed un imponente torrione cilindrico. La strada in discesa di fronte al castello conduce alla bella chiesa normanna di S. Nicolò la Latina.

S. Nicolò la Latina - Venne fondata all'inizio del XII sec. da Giulietta, figlia di Ruggero I. La semplice facciata a capanna è movimentata da un portale con cornice a doppio incasso che viene ripreso anche nelle sovrastanti tre monofore (le due laterali sono cieche). L'interno ad unica navata, è a croce latina con un transetto poco profondo e le tre absidi semicircolari che caratterizzano gli edifici arabo-normanni. La luce filtra da monofore piccole e fortemente strombate, quasi fossero delle feritoie.
Ritornare verso il castello e proseguire per via Giglio fino a raggiungere la Porta di S. Calogero, con resti delle mure medievali. Su piazza Noceto si affacciano S. Maria dell'Itria, annessa alla Badia grande, e la bella facciata barocca di S. Michele Arcangelo (XVII-XVIII sec.). All'interno, la controfacciata è occupata da una bella cantoria settecentesca completa di organo in legno intagliato e dipinto. Sulla destra, si può ammirare una bella croce catalana in stile gotico e nella navata laterale destra una pala di S. Girolamo del 1454.
Scendendo verso corso Vittorio Emanuele si incrocia via Licata con due bei palazzi settecenteschi: Palazzo Inveges e, proseguendo a destra, Palazzo Ragusa. Proseguire fino ad incrociare via Gerardi e percorrerla sulla sinistra. All'angolo con corso Vittorio Emanuele sorge lo Steripinto.

Palazzo Steripinto - In stile catalano, risale al XV sec. La bella facciata a bugnato a punta di diamante è scandita da bifore e coronata da merloni ghibellini. Proseguendo lungo via Gerardi, raggiungere piazza del Carmine su cui si affaccia l'omonima chiesa e la cinquecentesca Porta S. Salvatore con, sul prospetto principale, due leoni affrontati. La normanna Chiesa del Carmine, più volte rifatta, conserva sulla facciata un bel rosone originale.

S. Margherita - La chiesa, originariamente del XIII sec., venne rimaneggiata alla fine deI '500. La facciata presenta un bel portale in stile gotico-catalano anche se più famoso è il portale gotico-rinascimentale del fianco sinistro opera di Francesco Laurana (sembra che solo la figura della Maddalena sullo stipite sinistro sia sua) e Pietro da Bonitate con, nel timpano, Santa Margherita ed il drago (il portale purtroppo è puntellato). All'interno, sotto un soffitto a cassettoni che raffigura un cielo stellato, si possono ammirare un monumentale organo ottocentesco (controfacciata) e, nella cappella a destra, un bel retablo marmoreo rinascimentale raffigurante episodi della vita di S. Margherita.
Contigua alla chiesa di S. Margherita, la Chiesa di S. Gerlando ha un bel portale in pietra. Poco più avanti, si incontra, sulla sinistra, il quattocentesco Palazzo Perollo, la cui facciata è caratterizzata da tre trifore tardo-gotiche. Nel cortile sussiste una bella, ma rovinata scala catalana.

Le terme

Le cure termali della zona di Sciacca sono note fin dall'antichità, ma è solo verso la metà dell'Ottocento che, fuori dal centro storico, nella cosiddetta Valle dei Bagni, viene aperto uno stabilimento termale (in attesa di restauro e riapertura). Il Nuovo Stabilimento Termale, un grande complesso costruito nel 1938 in stile neo-liberty, si trova a sud-est della città, proprio di fronte al mare e circondato da un bel parco. Qui l'acqua sulfurea viene impiegata per la fangoterapia (per la cura dell'artrosi), la balneoterapia (indicata principalmente per osteoattrosi e malattie cutanee) e terapie inalatorie. A queste si aggiungono l'Antroterapia, praticata nelle Stufe di S. Calogero sul Monte Kronio, e le vasche termali di Molinelli, alimentate da acqua salso-bromo- iodica che mantiene la temperatura costante di 34° C. Queste ultime due terapie risultano particolarmente adatte a curare problemi dermatologici.

FUORI CITTA'

Castello Incantato - Uscire dalla città per via Figuli, in direzione di Agrigento (statale 110 115), 2 km. Questo incredibile giardino, popolato di teste scolpite nella pietra, è opera di Filippo Bentivegna. Per oltre cinquant'anni Filippu delli Testi, come lo chiamano qui, ha scolpito questi volti dalle espressioni a volte inquietanti. a volte serene in ogni angolo del suo esteso podere.

L'ENTROTERRA
Circuito di 110 km ca - prevedere almeno 1/2 giornata. Da Sciacca dirigersi a nord est in direzione di Caltabellotta (19 km).

Caltabellotta - Le due strade che la raggiungono offrono belle viste sulla vallata circostante. Particolarmente panoramica quella che passa da Sant'Anna. Caltabellotta occupa una posizione superba a circa 900 m d'altitudine. Il nome arabo. Kalat-al-ballut (Rocca delle querce), sembra proprio evocare l'immagine di questo paese abbarbicato su un aspro sperone roccioso. La posizione dominante e difficile da espugnare l'hanno resa, nei secoli, un sicuro rifugio ed una postazione militare. Ed è proprio qui che viene firmata la resa degli angioini alla fine della Guerra del Vespro (1302).
Sul picco si ergono la cappella e l'eremo di S. Pellegrino ed i resti del castello normanno che quasi si confondono con il paesaggio. Ai piedi del castello sussistono ancora la vecchia Chiesa Matrice arabo-normanna e la Chiesa del Salvatore dal bel portale tardo-gotico.
Ritornare sui propri passi e, al bivio (a 13 km ca), voltare a destra. All'innesto sulla S 624, seguire per Sambuca (29 Km).

Sambuca di Sicilia - Mollemente adagiata su un dolce pendio. Sambuca racchiude palazzi nobili che si affacciano sul centrale corso Umberto I. In fondo, una scalinata dà accesso alla terrazza belvedere. Alle spalle la chiesa matrice (in restauro).
Da Sambuca seguire le indicazioni per gli Scavi di Monte Adranone (7 km).

Scavi di Monte Adranone - L'insediamento greco del VI sec. a.C. si sovrappone ad uno più antico, indigeno. Il sito, in cima al monte, in posizione dominante. E' naturalmente difeso su un lato e viene cinto da possenti mura sugli altri due a formare uno spazio vagamente triangolare. La città, identificata con Adranon di cui ci tramanda Diodoro Siculo, viene probabilmente distrutta nel 250 a.C. durante la Prima guerra Punica.
Visita - Fuori le mura, a sud-est, si trovava la necropoli, con tombe ipogeiche a camera tra le quali spicca la cosiddetta Tomba della Regina, in conci di tufo squadrati. Poco oltre si incontra la Porta Sud, fiancheggiata da torrioni, alla quale si trova addossato, all'interno, un edificio identificato come fattoria. Salendo verso l'acropoli si incontra, sulla destra, un grande edificio a pianta rettangolare di destinazione probabilmente pubblica e, più avanti, un complesso di magazzini, botteghe ed abitazioni. In cima sorge l'acropoli, in posizione di dominio su tutta,Ia valle della quale si gode una vista a 360°, con l'abitato di Sambuca ed il Lago Arancio. L'edificio di maggiore rilevanza è il grande tempio punico affiancato a destra da una grande cisterna. A pianta rettangolare, il tempio possedeva uno spazio centrale a cielo aperto su cui si affacciava, a est, la cella.
Ritornare a Sambuca e rientrare a Sciacca lungo la S 115.

L'isola che non c'è
E' il luglio del 1831 e chi, guarda verso il mare davanti a Sciacca non può certo immaginare quello che sta per succedere. Eppure, ecco che nell'arco di pochissimo tempo una terra emerge dalle acque, terra vulcanica, e lentamente si delinea la forma a tronco di cono. Grandi sono lo stupore e le discussioni. L'isola viene battezzata Ferdinandea, in onore del regnante spagnolo. Ma dura poco: dopo soli cinque mesi di vita l'isola scompare.

I COMUNI AGRIGENTINI

AGRIGENTO
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Aragona
Bivona
Burgio
Calamonaci
Caltabellotta
Camastra
Cammarata
Campobello Di Licata
Canicattì
Casteltermini
Castrofilippo
Cattolica Eraclea
Cianciana
Comitini
Favara
Grotte
Joppolo Giancaxio
Lampedusa
Licata
Linosa
Lucca Sicula
Menfi
Montallegro
Montevago
Naro
Palma di Montechiaro
Porto Empedocle
Raffadali
Racalmuto
Ravanusa
Realmonte
Ribera
Sambuca Di Sicilia
San Biagio Platani
San Giovanni Gemini
Sant'angelo Muxaro
S. Margherita di Belice
Santa Elisabetta
S. Stefano di Quisquina
Sciacca
Siculiana
Villafranca Sicula

LOCALITA' INTERESSANTI

Isole Pelagie
Lampedusa
Linosa
Lampione
Capobianco
Eraclea Minoa
Valle Dei Templi
Monte Kronio
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